In questi ultimi due mesi non ho avuto tempo di leggere nulla, shame on me D:
Se cerchi titoli di narrativa contemporanea abbastanza recenti e che scorrano bene, posso consigliarti quelli che mi sono piaciuti di più.
Fra quelli allegri, Alta Fedeltà di Nick Hornby e Jack Frusciante è uscito dal gruppo di Enrico Brizzi, tanta ironia, crescita personale, ed entrambi si concentrano sul mondo della musica. Impossibile che non rimangano nel cuore.
Andando su toni un po' più seri ma comunque molto autoironici, Trainspotting di Irvin Welsh, che inquadra un'intera generazione di gioventù bruciata.
Fra quelli più crudi e drammatici, i due libri più famosi di Thomas McCarthy, Non È Un Paese Per Vecchi e La Strada, il primo thriller western con trama e personaggi soggetti al caso e al caos, e il secondo post-apocalittico che si concentra non sulle cause della rovina del mondo bensì su come andare avanti con umanità. Andando un po' indietro (anni '80), Trilogia della Città di K, di Agota Kristof, stile telegrafico e crudissimo, quasi agghiacciante, ma per contro temi molto profondi, legati alla psiche, al rapporto tra fratelli, e alla guerra che fa da contorno. Mi colpì tantissimo.
Sui temi psicologici e problemi etici (sempre drammatici xD), c'è uno dei miei autori preferiti, Ian McEwan, ti consiglio Amsterdam, svelto ma molto pungente, e Espiazione, romanzo di formazione più riflessivo, ma pieno di pathos, e in cui tutti potremmo immedesimarci.
Ultimo ma non ultimo, Trilogia di New York, di Paul Auster: sono tre racconti gialli (collegati tra loro) surreali e allucinanti, personaggi interiormente smarriti in una New York psichedelica. A me i gialli non interessano, ma questo è un caso a parte che merita, è riduttivo catalogarlo come semplice giallo.