Il carretto adibito a palco rispecchiava perfettamente lo stile della gara. Jean, Armin e Berthold andarono nel panico e diedero di matto: una settimana di allenamenti con Erwin buttata nel ce**o, ora dovevano cantare... Anche Reiner era tremendamente incazzato: "Se pensano che mi metterò a cantare come una femminuccia, si sbagliano di grosso!". Solo Connie e Sasha sembravano sollevati.
Prima che iniziasse la gara, i concorrenti avevano qualche minuto per scaldarsi la voce (Armin piagnucolante fu raccolto dall'angolino in cui si era sistemato da Jean e Berthold). Jean provò ad emettere qualche nota stonata e si cimentò ad inneggiare il coro fascista di famiglia facendo roteare un randello di fortuna trovato nell'arena (tanto ormai con Mikasa era andata, tanto valeva mostrare la sua vera natura), Berthold provò ad imitarlo ma era talmente impanicato da non riuscire ad emettere alcun suono, Connie ragliava come il peggiore degli asini e Sasha aveva ancora la bocca piena di gelati. Dall'arena si levò un frastuono di voci stonate talmente agghiacciante che le orecchie del pubblico iniziarono al sanguinare. Pixis era già sul punto di "evocare" tutti i santi del Paradiso dei Giganti quando improvvisamente... una voce angelica, soave, si elevò sopra tutte le altre, talmente angelica da far invidia a tutte le voci bianche dello Zecchino d'Oro, talmente soave da commuovere tutti i presenti, perfino Annio.
"Chi è costei? Chi è la dea che canta in modo così angelico? La inserisco tra i partecipanti subito!". I baffi di Pixis non riuscivano a trattenere l'emozione di quella sorpresa.
Era Armin! Finalmente aveva trovato il suo posto nel mondo, finalmente una cosa in cui eccelleva! Era talmente colmo di gioia e soddisfazione da non accorgersi di esser stato scambiato per una donna.
"Allaaaaaaaarmi, allaaaaaaaaaarmi, vincere e vinceremo!!", urlò trionfante Jean.
"Molto bene!" esclamò Pixis. "Che la gara abbia inizio!".
In quel momento giunsero all'arena un gruppo di persone vestite di tutto punto, con la chioma impomatata, che salutavano il pubblico come i divi di Hollywood nella notte degli Oscar. Giapponese il cinese stupì tutti con un lungo discorso nella sua bizzarra lingua, che nessuno capiva. Mentre parlava, indicava in modo teatrale i nuovi arrivati, e quando concluse aveva un'aria molto piena di sé e compiaciuta, quindi tutti i presenti del pubblico fecero finta di capire e annuirono in modo cortese e con un sorriso accondiscendente, per non offenderlo. Nessuno seppe mai che Giapponese aveva detto: "Voi occidentali siete stupidi e incapaci, organizzate una gara di canto senza invitare nemmeno una celebrità. Noi cinesi siamo i migliori imitatori degli americani, state a vedere chi ho invitato!".
"Urcaaaaaaa", urlò in modo sguaiato Goku, il primo invitato di Giapponese. Subito dietro di lui camminava Sampei, facendo arrivare il ginocchio al petto ad ogni passo, e portando in spalla un enorme e spaventoso pesce che nessuno seppe riconoscere, dalla cui bocca penzolava ancora l'arpione.
I vecchi del culto delle mura che erano presenti tra il pubblico iniziarono a lamentarsi: "Questi ragazzini, questa nuova generazione, sono solo degli irrispettosi pagliacci, chi ha acconsentito a fargli varcare la soglia delle nostre sacre mura??"
"Quella che loro chiamano nuova generazione... è solo feccia!" urlò Marshall D. Teach, detto Barbanera. "Perché lo chiamano Barbanera?", chiese Connie ai suoi compagni. Jean lo guardò seccato: "Perché è barbuto. E la sua barba è nera. Ma perché continuiamo a portarci dietro questo terrone??".
"Hei amico, ti è rimasto mica un crodino in quel minifrigo?" chiese Owen Wilson ad Annio, indicando il minifrigo che prima alloggiava nel carretto e ora giaceva in terra accanto ad Annio con lo sportello scassato. "Marooonn! Chill, e' capit chi è??", urlò Connie a Sasha (e dalla sua bocca partì un missile di sputo che atterrò sull'ultimo gelato che Sasha stava divorando, ma lei non se ne accorse, aveva le pupille troppo dilatate per la frenesia del pasto), "E' l'analcolico biondo che fa impazzire il mondo!". Poi correndo verso Wilson urlò: "Biondoooooooo, un autografo!! Ja, pe piacer!".
"Ma chi sono qvesti terrun??" esclamò Flavio Briatore, il quinto invitato di Giapponese, accompagnato sottobraccio da tutto il gruppo di conigliette sculettanti di Playboy.
"Briatò ma statt zitt, che sei solo un pappone!", gli rispose Connie, mostrandogli il dito opportuno.
"Mr Briatore, quale onore", sviolinò Jean, cercando di darsi un tono e sembrare un altolocato, con un sorriso smagliante. Ammirava Briatore da sempre: stessa estrazione sociale, stessi gusti sociali, e cavoli che donne! Poteva rimediarne una più bona di Mikasa.
L'ultimo invitato era un tunisino. O meglio, aveva la pelle di un tunisino. Ma i lineamenti non sembravano quelli di un tunisino... "Ma è Bettino Craxi!", esclamò Armin. "Era scappato in Tunisia, e si diceva fosse morto, e invece!".
I compagni di Armin lo guardarono confusi. "Armin, chi diavolo è questo Bettino Craxi?".
"Ma come, uno dei più grandi politici italiani, condannato nell'inchiesta Tangentopoli... Ma voi non lo ascoltate il professore di storia quando parla?". I compagni lo guardarono con disagio e sufficienza, Connie gli urlò contro: "Suggeeeeettòòòòòòò", e in quel momento Armin perse tutta la stima che aveva miracolosamente guadagnato poco prima grazie alle sue doti canore.
Quel malandrino di Craxi era più abbronzato dei marò, più abbronzato di Carlo Conti, ma che dico, più abbronzato di Mr Popo.
Erwin, che era lì vicino e udì le parole di Armin, alle parole "professore di storia" fu colto da una crisi di nervi. In un attimo gli tornarono alla mente tutti i ricordi del padre, quando faceva il professore. Iniziò ad urlare parole incomprensibili, a gettarsi in terra strappandosi i capelli e i peli delle sopracciglia, fino a rimanere calvo; le sopracciglia invece rimasero folte, ci voleva ben altro per sradicarle (oppure Ben Affleck).
Tuttavia nessuno vi badò, perché in quel momento l'arena fu invasa da piccole creaturine zompettanti simili a topi. Dal pubblico si levarono delle grida: "Oh mio dio, topiiiiiiiiiiii", e si scatenò un fuggi fuggi generale. Dopo un po' si accorsero che erano invece solo criceti: Hamtaro e compagnia bella. Il criceto a capo della banda si presentò, e l'equivoco fu risolto.
"All'anem ra zoccol!", esclamò Connie, che non aveva mai visto un criceto in vita sua. A quel punto tutte le reclute si vergognarono di lui, peggio di quanto si era vergognato suo padre. "Non sei degno di portare l'uniforme, vai ad aprirti un caseificio!", gli intimò Reiner. Connie fu sopraffatto dalla depressione, e non resse le lacrime. Un attimo dopo però Reiner cambiò espressione, e disse: "Ciao Connie, perché sei così triste?". Berthold vide la scena, si accorse del cambio di personalità di Reiner, e si affrettò ad avanzare una scusa: "Ragazzi fa così caldo oggi, questo caldo gli avrà dato alla testa, non badateci... Guardate come sudo!". Quest'ultima affermazione bastava a far distogliere lo sguardo di tutti i compagni.
Dopo quel pandemonio, un Erwin calvo (che intanto si era ripreso dalla crisi) annunciò: "Preparatevi, miei soldati! Intonate, miei soldati! Cantate, miei soldati!". E la gara ebbe inizio.
cornamusa
Freddy Mercury
Pavarotti
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Tony Tammaro
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mozzarella