Mio Dio, Breaking Bad *-* parto a ruota libera.
La trama è proprio quella che hai detto, è un percorso di formazione all'incontrario: il protagonista diventa antagonista. Mai si era vista una cosa simile.
È un uomo frustrato da un lavoro mal retribuito, poco considerato dai suoi familiari, il genero lo prende in giro confrontandolo col suo lavoro di agente della DEA. Questa frustrazione giunge al culmine con la comparsa del cancro: poche prospettive di vita e mancanza di denaro. Questi sono i presupposti che danno il via alla deviazione della sua persona.
Produrre metanfetamine soddisfa due desideri essenziali del suo animo: applicare le sue eccellenti conoscenze della chimica in qualcosa di concreto, e guadagnare montagne di soldi, sì, ma soprattutto
potere. Mai prima d'ora aveva provato questa sensazione; da spettatore passivo di una vita noiosa, diventa un uomo che
sceglie di accantonare la moralità, di manipolare tutti, di arrogarsi il diritto di scegliere fra la vita e la morte di chi "in fondo se lo merita", pur di guadagnare potere e rispetto di uomini ancora più potenti e temuti.
Per tutta la durata della serie dichiara come scusa delle sue azioni il bene della famiglia, solo nell'ultima puntata ammetterà che la sua motivazione era il suo bene e il suo ego. Questo percorso di autodistruzione lo porterà ad essere odiato da tutti quelli che amava, e infine alla morte.
Quella di Walt non è l'unica metamorfosi: ogni personaggio ne ha una. Primo fra tutti, il suo ex allievo, tossico e cuoco da quattro soldi Jesse, che attraverso un rapporto conflittuale con Walt mette a fuoco i vuoti e gli sbagli della sua vita; egli compie un percorso esattamente inverso a Walt.
Skyler, che da moglie che ama, rispetta e sostiene suo marito diviene moglie prima tradita e poi complice, per il bene di suo figlio (e qui si apre il mondo su cosa sia bene per un figlio e cosa no, argomento ampiamente sviluppato nel corso delle stagioni); anche lei subirà un suo corso di deviazione dalla moralità, compiendo azioni che prima avrebbe condannato.
Hank, il rappresentante della giustizia, l'uomo che non scende a compromessi e rimane integro fino alla fine, deve però fare i conti con una realtà che mai avrebbe sospettato. È a tutti gli effetti la controparte che bilancia il personaggio di Walt.
E poi Saul, rappresentante della "falsa" giustizia, avvocato anch'egli frustrato che lavora per la parte sbagliata in onore del dio denaro.
E si potrebbe andare avanti con ogni personaggio secondario, ognuno con la propria storia, tormenti, scheletri nell'armadio, scelte di vita.
Il nuovo ruolo che i personaggi assumono nella storia e l'evoluzione originale dei personaggi a tutto tondo sono i punti forti di questo straordinario telefilm, che porta avanti argomenti e riflessioni alternative attraverso una regia impeccabile, attori straordinari e dialoghi efficaci.
Si rimane incollati alla sedia in bilico fra sentimenti contrastanti di odio/amore verso ogni personaggio, ripercorrendo i loro passi e riflettendo sulle loro scelte, chiedendosi: "E io cosa avrei fatto?". Il che è lo scopo più alto che una storia possa avere.