| CITAZIONE (Sakanade @ 26/1/2016, 07:30) Alla fine è una questione di gusti... Onestamente la camminata finale di Light a me non ha per niente trasmesso il senso della redenzione, anzi (se si fosse redento, avrebbe potuto benissimo rimanere li dov'era, tra le mani della polizia che aveva il compito di affidarlo ad un giusto processo). È sicuramente una bellissima scena, molto toccante, ma secondo me Light resta fedele ai suoi principi fino all'ultimo istante di vita e preferisco vederla in questo modo. Il pentimento finale è una stupidaggine alla Naruto che mi avrebbe fatto odiare l'opera della Ohba. Per quanto riguarda l'idea del "finale a bomba, più atipico", per me il risultato che si avvicina di più a questa definizione è proprio quello dell'anime. Schizzi di sangue a profusione e Light che con gli occhi rossi spiritati veramente sembra matto come un cavallo. Più pazzo nella versione animata che in quella cartacea. Le due scene che il finale dell'anime ha reso interessanti sono proprio la camminata che hai citato e Misa sospesa sul parapetto che, però, non si butta, facendoci comunque intuire chiaramente cosa accadrà senza eccessiva crudezza. Personalmente, ritengo il finale del manga più apprezzabile perché non punta al sensazionalismo becero. Light muore a terra, nello Yellow box, coperto del suo stesso sangue e dannatamente UMANO, proprio lui che aveva vissuto cercando di innalzarsi a dio onnipotente. Manca la visione di L che si materializza e per me è una gran cosa. Va bene il simbolismo e tutto, ma una cosa del genere per me smorza troppo la tensione ed è eccessivamente "bambinesca", pure con la luce soffusa che cala dal soffitto a mo di benedizione... No, mi trasmette una concezione troppo buonista e semplicistica. Io odio Light, ma il suo personaggio resta incredibilmente affascinante per la sua determinazione di ferro e la sua coerenza. Se la perdesse "santificandosi" in punto di morte non sarebbe diverso da tanta altra robaccia Shonen. Nelle ultime sequenze il manga propone non solo la risoluzione del caso Kira, ma anche una interessante riflessione su Near e possibili spunti per mettere in discussione persino il senso di giustizia di colui che dovrebbe incarnarla perché "vincitore" della partita. Il fatto poi che la riflessione, del tutto sensata, venga fuori pure dalla bocca di MATSUDA, la rende ancora più preziosa e particolare. Lo scorcio finale sui cultisti, da ultimo, è un vero tocco di classe, la dimostrazione che realisticamente il mondo era stato cambiato dalle mani di Light e per moltissime persone lui, a conti fatti, era davvero un dio. Né l'anime né il manga mi hanno dato la sensazione di concludersi con un delicato e refrigerante "lieto fine". In un manga del genere, un lieto fine non può esistere. Light perde e Near vince, in una lotta fra intelletti che è sempre stata il cardine di tutta l'opera, a prescindere dalle dissertazioni filosofiche che, tra l'altro, non costituivano neppure il movente primario degli autori. Sono i fan che, viste le tematiche, si sono barcamenati in elucubrazioni sulla morale schierandosi con L o con Kira ed esaltando entrambi a modelli di comportamento, senza considerare, o forse negando di vedere, che entrambi sono davvero pessimi esempi di esseri umani. Gli unici degni di stima e compassione nell'intera saga son Aizawa e la povera Sachico Yagami. Ovviamente ribadisco che sono tutte considerazioni basate sul gusto personale, però mi piacerebbe sapere cosa ne pensi:) maccerto è questione di gusti anche se è ovvio che il manga è il media originale è piu che normale preferire quello con cio voglio dire, ti potrei anche dire la mia su tutti aspetti che hai toccato ma boh sarebbe un po sterile è cosa buona e giusta che tu ci abbia visto tutto questo anzi, se no che gusto ci sarebbe ahah specifico giusto una cosa perche non mi sono spiegato bene. non ho parlato di pentimento figurati anch io l avrei odiato, no light non si pente pero si, si redime, si libera dei fantasmi del passato ( lo sguardo di sfuggita a un light giovane studente e la visione di L nei loro silenzi dicono ben piu dei verbosismi della oba in questo caso) non li scaccia sia ben chiaro, anzi in un certo senso accetta lucidamente a se stesso quello che ha fatto cosa che prima faceva solo attraverso vaneggiamenti e pippe mentali. muore in tranquillità con se stesso al contrario del manga dove saluta in un modo reietto e codardo, smatta come un regazzino capriccioso e per come la vedo io quello non è light è out of character light alla fine è un ragazzo brillante che sa riconoscere i suoi meriti ma anche quelli degli altri, è il ragazzo che passeggia leggendo e quando perde i ricordi aiuta sinceramente ryuzaki perche alla fine io death note l ho sempre visto come un manga di persona prima che di grandi intrecci e se il finale del manga premia questo aspetto l'anime da la conclusione piu adeguata alla vicenda umana, all aspetto del cuore prima che del cervello. poi oh ho sempre visto death note come un seguito spirituale di monster dal punto di vista di johan, capiscimi se prediligo quest'aspetto
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