Alluoora sono arrivata al vol 10 (vado lenta perché come mio solito leggo e seguo millemila cose contemporaneamente
).
Mi riprendo da qui --->
CITAZIONE (DonnaGnao @ 19/10/2017, 01:13)
Con la compagnia dei falchi, Guts compie un’evoluzione enorme ma molto credibile: torna la voglia di vivere, che lo spinge consciamente a non rischiare la vita per nulla, ma solo per difendere i compagni ai quali si affeziona; inoltre, benché persistano in lui incrollabili dubbi, per la prima volta individua uno scopo per cui combattere ("non so se è questa la risposta che cercavo, ma ora combatto per Griffith").
Ovviamente l'idillio si spezza in fretta. Griffith inizia a cedere alla sua ambizione, sempre più machiavellico e sempre più corruttibile. E Guts, seguendo ciecamente gli ordini di quello che è diventato il suo mentore, unico porto sicuro nel mare di incertezze, finisce per sporcarsi le mani al posto suo. La catena di eventi inizia dall'assassinio del conte, in cui ci va di mezzo per errore il figlioletto. Significativo, ancora una volta, il sogno psicologico (stavolta ad occhi aperti): Zodd che uccide il piccolo Guts, ma non è Zodd, è l'attuale Guts, quello che per errore ha ucciso un ragazzino e, per riflesso, anche il suo io bambino e quella briciola di innocenza che conservava; e tutto questo in una fogna, simbolo non solo e non tanto della corruzione dell'anima, quanto del rimorso e del dolore che porta con sé, che è tanto più evidente se comparata alla figura visivamente perfetta e lucente di Griffith (che, come abbiamo già fatto notare, richiama fortemente l’iconografia cristiana), il quale invece non prova rimorso alcuno, ossessionato com'è dal suo sogno.
Qui Miura sfrutta una tempistica perfetta per inserire le parole di Griffith sull'idea – anzi, l'
ideale - di
sogno. Ho trovato questo argomento molto personale, e credo possa toccare da vicino chiunque... Chi di noi non ha mai provato a perseguire (e magari ci prova ancora) un sogno o un obiettivo impegnativo, che vada al di là del quieto vivere o il sopravvivere? Ovviamente i nostri obiettivi possono differire enormemente da quelli di Griffith, e possiamo non concordare con lui sul fatto che il fine giustifichi i mezzi (quanto meno i mezzi violenti), ma è semplicemente la sua profonda convinzione e dedizione a rendere Griffith molto vicino al lettore. O almeno io lo vivo così, forse anche troppo, essendo (ahimè) una persona tremendamente idealista… effettivamente per me il sogno, anzi
i sogn
i, sono qualcosa per cui vivere, sono
lo scopo della vita stessa, e per questo mi ritrovo fortemente con le parole di Griffith: "ci dà forza e ci tormenta, ci fa vivere e ci uccide […] Se si nasce uomini, si dovrebbe desiderare una simile vita. Una vita da martiri spesa in nome di un dio chiamato Sogno".
Come per Guts, anche per Griffith la caratteristica distintiva non è l'estrema bravura con la sciabola, o l'intelligenza o l'arguzia: Caska ci dice che ''sarebbe facile descriverlo solo come un uomo forte... Griffith non era forte, all'inizio... lo è diventato col tempo", e tutto ciò per realizzare il suo sogno. La sua caratteristica è proprio questa incrollabile fede.
E' interessante anche notare che, in questa accezione di sogno, non ha molta importanza la natura e la portata: ogni sogno merita di essere vissuto, può essere anche la creazione di una spada. (A proposito della creazione di una spada: era subito chiaro che la spada si riferisse a Guts, ma è stato bello quando poi Guts, durante la sua lontananza dalla squadra, abbia incontrato proprio un fabbro dedito solo alla creazione di spade come sua unica realtà.) Tuttavia è anche vero che "ci sono sogni tali da spazzare via tutti gli altri", che è il modo in cui Griffith interpreta il suo. E da qui partirebbe una filippica sul concetto di "superiorità" che Griffith avverte in sé stesso, allacciato alla predestinazione, ma magari ci tornerò più in là.
Similmente, ho trovato molto interessante la sua concezione di
amicizia (almeno nell'ambito di cui tratta il manga, è chiaro che poi si possa aggiungere molto altro). Un amico visto come una persona alla pari, e non come un "seguace". Può sembrare una cosa banale, ma basta correggere un attimo la prospettiva: quante volte capita di vedere persone che, consciamente o inconsciamente, per un milione di possibili motivi, si lasciano trasportare dal comportamento o dagli obiettivi di qualcun altro, reprimendo la propria personalità. Questo manga riesce a cogliere tantissimi aspetti dell'essere umano (sia intrapersonali che interpersonali) talmente istintivi e viscerali che qualunque lettore può sentirsi coinvolto.
Poi è bellissimo che sia questa la chiave di volta per Guts: rendersi conto di non essere una persona "a sé stante", e quindi di non rientrare nella definizione di "amico" di Griffith. A questo punto Guts è costretto a rimettere in discussione tutta la sua persona, e ad interrogarsi sul concetto di "sogno" e "scopo" di cui si parlava prima. E questo scopo non potrà essere altro che la spada, unica costante della sua vita, simbolo del combattere inteso sia come il non arrendersi mai (che è sempre stata la sua peculiarità), sia come un modo effettivo per superarsi costantemente (paragone con Griffith), fino ad essere scintilla di vita (paragone col vecchio fabbro). Tutta questa presa di coscienza e conseguente percorso già di per sé hanno il loro spessore. Si aggiunga poi il fatto che il riscattarsi di Guts viene fuori non da un ideale astratto, del tipo "voglio diventare una persona indipendente e completa, con un mio sogno", questo sarebbe stato un passo avanti troppo grande... il suo riscattarsi è invece ancora legato a sentimenti molto umani e viscerali: profonda delusione prima, e rivalsa poi, nei confronti di Griffith (“ora voglio
raggiungerlo con qualcosa di mio”). Bellissimo. (Tra l’altro non me lo aspettavo che Guts avrebbe lasciato la compagnia in questo punto dell'opera.)
Questo mi porta direttamente al giorno della partenza. Lo scontro tra Guts e Griffith, ragazzi che scena... Per farvi capire: a me in genere dei combattimenti frega una cippa, quasi li leggo di fretta perché mi interessa solo chi vince e chi perde XD (a meno che non ci siano dettagli importanti per la trama o significati / simbolismi dietro). Ma in questo scontro Miura ha creato una tensione e un pathos magistrali... che non ho quasi mai riscontrato prima o altrove. A maggior ragione che si risolve in UNA sola mossa... tutta la tensione e l’attenzione riversata su una sola tavola. Magnifico.
Inoltre in questo scontro credo si abbia il primo vero collasso morale di Griffith: se Guts non può essere suo, meglio che muoia (e per mano sua). Finora si era limitato a far combattere i propri compagni per la sua causa (e loro erano liberi di farlo o meno), oppure causare la morte dei nemici politici... Ora siamo su un altro livello. Il passo è importante.
Un'altra raffigurazione molto umana è quella del passato di Caska, e del modo in cui si è approcciata a Griffith. Oltre la storia in sé, mi è piaciuto un fatto: il sentimento che Caska nutre per Griffith viene analizzato sotto più punti di vista, intendendolo ora come ammirazione, ora come amore, ora come ossessione... Si percepisce perfettamente, nel corso della lettura, la natura complessa e
controversa di questo legame. E’ un dettaglio assolutamente fondamentale (e raro). Per conseguenza, assume spessore anche la gelosia che Caska nutre nei confronti di Guts, e così fa ancora più tenerezza quando poi iniziano ad avvicinarsi, fino a creare un forte legame.
Del resto Caska è un personaggio a tutto tondo, proprio come Guts e Griffith: anche lei si mostra agli altri come una persona tutto d’un pezzo solo per nascondere tante fragilità. Ed è bellissimo quando la vulnerabilità esce allo scoperto, come quando Guts ritrova la squadra dei falchi e subito è al fianco di Caska per sostenerla in quel momento difficile. Se a primo impatto si mostra risentita e distante, basta poco per mandar giù le difese e sfogarsi a cuore aperto. E si raggiungono momenti di dolcezza disarmante.
Guts e Caska insieme sono l'amore
Sono abbastanza complementari laddove serve (Caska ha fede - non nei sogni ma nelle persone - mentre Guts è alla continua ricerca di uno scopo, Caska è disciplinata e affidabile mentre Guts è istintivo e impulsivo, ecc.), e hanno poi dei punti in comune (testardaggine, irascibilità, visceralità nel lasciar fluire i sentimenti, come anche il fatto che siano entrambi abbastanza impacciati XD) che non fanno altro che aumentare l'interesse reciproco. Interessante anche come entrambi si identifichino nel simbolo della spada: per entrambi è stato il primo mezzo di sopravvivenza e continua ad esserlo, con la differenza però che Caska la userà totalmente al servizio di Griffith (e per riflesso in difesa della sua squadra), per i motivi detti sopra, mentre Guts la identificherà come il suo scopo personale, its own personal jesus.
Il rapporto d'amore (sia in generale, che nello specifico il sesso) tra Guts e Caska mi ha molto colpito, positivamente intendo. Era chiaro che Miura avesse uno stile molto diverso dagli autori a cui siamo (o almeno io) più abituati, ma ha fatto ancora più effetto vederlo in atto nei legami affettivi tra i personaggi: riesce incredibilmente ad essere crudo spontaneo e tenero contemporaneamente... tre punti che individuano una circonferenza, nel senso che è proprio un circolo continuo. E' tanto singolare quanto perfetto. E questo sia quando i personaggi semplicemente interagiscono o battibeccano o si sostengono, sia nelle scene d'amore.
Sulla scena d'amore tra Guts e Caska ci sarebbe tanto da dire. Essendo un momento di condivisione, così come di vulnerabilità, emerge il lato più umano dei personaggi, cosa che a Miura riesce benissimo. Nonostante questi due abbiano iniziato gradualmente ad amarsi già da tempo, ciascuno di loro permette a sé stesso di abbandonarsi all'amore fisico solo nel momento in cui tutto il resto sta crollando e si fa fatica ad andare avanti (soprattutto per Caska), o comunque in un momento di sofferenza e tensione. E questo è molto umano. Apro una piccola parentesi riprendendo un paragone che si è fatto mesi fa nel thread di Tokyo Ghoul, per chi fosse interessato
(credo non interessi a tutti ed è comunque spoiler quindi metto sotto spoiler)
Ricordo (lo lessi molto in ritardo) che metteste a confronto questa scena d'amore con quella tra Kaneki e Touka, osservando come, nonostante gli stili dei due autori siano molto diversi, narrativamente i due momenti hanno avuto delle strutture comuni. Ora ho potuto notarlo anche io, il fatto di amarsi in un momento di vulnerabilità... E' un parallelismo molto interessante, vedere come ogni autore carpisce una stessa realtà, rielaborandola con stili tanto diversi. Mi ritrovo molto con quello che diceste: ogni manga / autore ha il suo stile che si confà al suo contesto, quindi non avrebbe senso dire "avrei preferito qualcosa di diverso in quella situazione", anche se poi è chiaro che ogni lettore si ritrova a preferirne uno piuttosto che un altro. Alla fine anche io in linea di massima tendo a preferire lo stile di Ishida, però devo dire che è stato molto stimolante guardare le cose con altri occhi, da un punto di vista diverso da quello a cui ci si sente più affini.
Inoltre, parlando sempre di questa scena, ci si ricollega subito al discorso di Wrager sulla nudità e la spontaneità, "che quasi ti scordi che è nuda", come dicevi, e crea un effetto dolce. In più stavolta si aggiunge un contrasto: l'elemento di estremo realismo, che convive con tutto il resto, in questa scena diventa veicolo per richiamare alla memoria di Guts la violenza subita, che arriva addirittura ad estraniarlo e fargli perdere il controllo. E' stato un momento interessante (anche perché è una cosa che spesso succede nella vita reale così come in letteratura, ma poco nei fumetti per il grande pubblico, essendo molto delicato da rappresentare, con le immagini ancor più che con le parole... ma ormai lo abbiamo capito che Berserk è orgogliosamente sui generis nel porsi al grande pubblico). Del resto anche gli altri rapporti d'amore mostrati nel manga portano con sé una componente di violenza, come Griffith nel rapporto con la principessa Charlotte, che anzi è un puro momento di sfogo, e si addice perfettamente al particolare tipo di violenza di questo personaggio, a tratti latente o repressa, a tratti piegata alle circostanze per un bene superiore, e quando meno te lo aspetti esplode.
Griffith post partenza di Guts:
Cavoli non mi aspettavo una caduta così rovinosa per il falco bianco... Come dice Caska, Guts è l'unico che sia riuscito ad intaccare l'assoluta concentrazione di Griffith nel perseguire i suoi scopi. E, parlo almeno per me, mi sono ritrovata proprio nei suoi panni: mi sono stupita quanto lui nell'accorgersi della portata di questa interferenza e della conseguente frattura. Griffith perde velocemente il controllo delle proprie azioni, e cade quasi in preda ad un delirio durante quella scena di sesso... la resa da parte di Miura è spettacolare. Questo errore gli costerà tutto. Molto intensi i momenti della tortura; pur essendo consapevole dell'enorme perdita di tutto ciò che aveva faticosamente costruito, sembra quasi che in parte si sia liberato di un peso, lo vediamo quasi ritrovare quell'infallibile lucidità di un tempo, nel mettere a nudo le ossessioni e le debolezze del re (che fino a quel momento era sembrato giusto ed equilibrato).
Per ora meglio se mi fermo qui, non è venuto fuori un commento lineare come volevo XD
Rispondete in tanti, mi piacerebbe conoscere l'opinione di tutti