Con colossale ritardo, ma meglio tardi che mai, vi posto il mio commento su Black Mirror
*mega papiello alert*
E’ difficile commentare questa serie, soprattutto perché antologica. Venendo a mancare il legame affettivo che si crea e che deve crearsi tra lo spettatore e i personaggi, e la continuità stessa di una trama basata sugli stessi personaggi, (e non potendo contare su chissà quale cast), una serie antologica deve puntare su altro. Su un concept potente che leghi tutte le puntate, e quello di Black Mirror è davvero buono; su un linguaggio che accomuni le puntate e uno stile possibilmente identificativo, e anche qui ci siamo alla grande. Black Mirror ha tanti pregi.
Però… nel dettaglio non è un capolavoro, benché ne avesse il potenziale. Purtroppo, fermo restando quanto detto sopra, c’è alternanza tra puntate incisive e bellissime, altre tiepide e alcune “difettose”. Anche se qui entra in gioco tantissimo la percezione che ogni spettatore ha innanzitutto dei problemi di cui la serie vuol parlare, che sono parecchio complessi e spinosi, e poi anche dei gusti personali su tutto il resto. Questa serie ha diviso il pubblico come poche altre, chi l’ha amata, chi l’ha odiata a morte.
Partiamo dal
concept. Come richiama il titolo, BM mostra quanto oggi viviamo attraverso gli
schermi. Ormai sono entrati a far parte del nostro vivere sociale, incidendo su qualsiasi cosa: come e in che misura possiamo e vogliamo mostrarci agli altri, come creare un’”anteprima” di noi stessi, un biglietto da visita; come formiamo le nostre prime impressioni sugli altri, come creiamo e riviviamo ricordi... giusto per citare gli aspetti su cui la serie più si sofferma. Non serve un genio per dire che abbiamo cambiato abitudini e schemi mentali. E non tutti questi aspetti sono necessariamente un male, o almeno alcuni di essi possono avere anche qualche lato buono. Il problema è che viene spontaneo pensare che siamo noi umani a governare questo processo… e invece si tratta di un processo a due direzioni. Quello che fa Black mirror è concentrarsi sulla seconda parte di questo scambio.
Questo concept rimane coerente per tutta la serie, e viene sviscerato per bene nel corso delle puntate. E’ una serie ben pensata e curata, al punto che già si sta gridando (e/o scherzando) al profetico, dato che alcune tecnologie mostrate nella serie sono state realizzate o sono in lavorazione in qualche paese
per quel che ho letto in giro sul web: un software in grado di riprodurre realisticamente una versione virtuale di una persona, come nella 2x01; lenti a contatto che si collegano allo smartphone, con lo stesso effetto del chip della 1x03; videogiochi sempre più interattivi, che poco ci manca alla 3x02; api artificiali come nella 3x06.
Ovviamente non saranno i creatori della serie ad essere dei geni visionari, alle spalle verranno fatte approfondite ricerche di mercato per individuare i progetti che più probabilmente verranno realizzati di lì a poco. In ogni caso un buon lavoro.
Un altro aspetto cruciale è che BM
non fa la morale a nessuno, non nasconde mai tra le righe alcun giudizio del tipo “giusto” o “sbagliato”, non sceglie mai la strada facile del demonizzare qualcosa. BM si limita (per modo di dire, perché la ricchezza è tutta qui) a mostrare in ogni puntata una situazione e i suoi
effetti, che a volte sono per forza di cose negativi, a volte sono rischi che qualcuno sarebbe disposto a correre, altri sono effetti su cui si potrebbe disquisire per ore senza arrivare ad un’opinione unanime. In generale sta allo spettatore farsi un’idea libera su ogni effetto.
Così è per la politica, che in Vota Waldo viene prima criticata per poi essere mostrati gli effetti dell’alternativa. Così è per la pornografia in Quindici Milioni di Celebrità che, mentre critica effettivamente lo sfruttamento di alcune porno star, presenta il porno come uno dei tanti media usati dalle persone per distrarsi dalla schiacciante monotonia della loro routine quotidiana e dall'impotenza generale davanti agli interessi delle grandi corporazioni. E così via.
Le puntate che ho preferito sono quelle in cui BM riesce ad essere dannatamente critico su come le persone trattino gli altri come oggetti.
Orso Bianco, dove la nuova tecnologia è usata per punire talmente ferocemente i trasgressori che per noi pubblico è impossibile non provare compassione per loro. Fa molto Arancia meccanica. E questo “show” non può non farci pensare all’idea dei reality show. Già me lo vedo un reality alla maniera di questo…
Analogamente White Christmas, dove la tecnologia usa egoisticamente e disumanamente le coscienze umane per fini pratici.
Orso Bianco poi richiama un’altra puntata che ho apprezzato molto: Zitto e balla. Anche qui inizi con l’empatizzare col protagonista, che credi essere innocente, per poi rivelarsi tutt’altro. E’ una delle più drammatiche, il finale fa star male, ma mi piace tantissimo la dissonanza che in questi casi si crea con lo spettatore, coinvolgerlo per poi “tradire la fiducia”. Molti non lo apprezzano, io invece finisco per non sentirmi tradita, bensì messa alla prova, e lo trovo molto stimolante.
Aggiungo che questo è anche un argomento scottante: il ricatto su situazioni compromettenti; con le nuove tecnologie è sempre più facile essere esposti al rischio che qualcun altro abbia delle informazioni che dovrebbero rimanere strettamente riservate. E, come dice Hector in piena crisi isterica, da internet non si cancella più niente. Fin dove si è disposti ad arrivare pur di tutelare la propria privacy? Al di là della valutazione dei pro e dei contro dell’assecondare un ricatto, sotto pressione non c’è quasi mai un pensiero preventivo, a predominare sono l’istinto e la paura che, in un mondo in cui le informazioni corrono fulminee, anche il minimo gesto compromettente non passa inosservato.
Tra l’altro un grande applauso al giovane protagonista, che ci ha regalato una performance magistrale.
Sembra che più la tecnologia diventa “umana”, con computer e programmi che interpretano persone e anticipano i nostri bisogni e desideri, più aumenta il rischio che essa venga usata per trattare gli altri con sempre meno umanità.
Poi, quando meno te lo aspetti, BM riesce a coglierti sul personale. A me è successo con la puntata Torna da me: descrive una situazione a cui già pensavo spesso, quindi mi ha toccato in particolare, e ancora sto a chiedermi cosa farei io al posto della protagonista.
Il culmine della vicenda con la scena sulla scogliera…
Il finale poi mi ha lasciato un non so che di inespresso, un sapore amaro e irrisolto. E’ anche questo black mirror.
Linguaggio e stile. Non è presente in tutte le puntate ma, laddove c’è, è molto d’impatto, ed è diventato identificativo per la serie. Intere puntate come Orso bianco, Zitto e balla, 15 milioni di celebrità, Giochi pericolosi, e qualche scena qua e là, come quella finale di Ricordi pericolosi. Atmosfere inquietanti e claustrofobiche che riescono a trasmettere perfettamente quel senso di alienazione che spesso proviamo nel nostro quotidiano agghindato di vuota apparenza e falsi likes. Nonché una buona dose di paranoie
(ora un bel nastro adesivo copre la fotocamera frontale dei pc di tutti).
Ora veniamo ahimè ai
difetti. Come dicevo, non sono difetti generali della serie, sono alcune puntate specifiche che secondo me non hanno funzionato. In particolare:
San Junipero. Il finale… ragazzi veramente… dire che l’ho trovato oscenamente superficiale è dire poco. Ha decisamente mandato a puttane tutta la puntata, tutto il bel discorso fatto dalla tipa su suo marito, i sacrifici, e compagnia bella. Puntata che era già un po’ “fuori dal coro” fin dall’inizio rispetto al resto della serie, diverse le atmosfere e diversi i toni, ma tanto quanto la vicenda mi stava interessando. Anche perché, pur facendo molta meno leva sull’angoscia e la paura in senso oppressivo (il carattere distintivo della serie, come dicevo), si adagia su un piano comunque non meno etico: il futuro post mortem, che noi non siamo nemmeno capaci di immaginare… fino ad ora ci si è appoggiati solo alla religione o al nulla. Insomma, un peccato.
Comunque ho letto che su questa puntata dovrebbe poi basarsi l’incipit della quarta stagione, nella quale vogliono “correggerla” e riportarla su note più pessimistiche. Non so se sia una notizia ufficiale, e qualora lo fosse non so se sia una cosa decisa adesso per pararsi il sedere o se fosse questo l’intento fin dall’inizio. (Quale intento poi? Boh).
Ricordi pericolosi. Anche qui ho trovato un problema di contenuti. Finché mi mostri come questa tecnologia del riguardare i ricordi influenzi i rapporti interpersonali nel quotidiano, tutt’ok, siamo nella sfera in cui non c'è una visione moralista della cosa. Poi però mi mostri che c’è il rischio che i tuoi tradimenti possono essere sgamati in quattro e quattr’otto. Cioè… mi stai mostrando un effetto che paradossalmente diventa positivo, non negativo. Se il tipo non avesse avuto a disposizione il chip, non avrebbe mai scoperto il tradimento. (Poi va be’, si può speculare anche qui su cosa sia meglio fra il sapere e non sapere, ma sono cavilli che per ora lascio stare, poi se interessa a qualcuno se ne può parlare, qui o altrove. E' a questo che servono film serie e tutto il resto no?
). Sei partito come se volessi dirmi che il protagonista prova una gelosia esagerata e immotivata perché alimentata da questa possibilità di riguardare maniacalmente dettagli, azioni e espressioni facciali di tua moglie, e sei finito col mostrarmi che la moglie era effettivamente nel torto. Quale sarebbe il messaggio di tutto questo?
Ciò di cui invece avrebbe dovuto parlare tutta la puntata, a mio avviso, è stato confinato nei soli 10 secondi di scena in cui i coniugi durante un rapporto sessuale riguardano ricordi passati anziché vivere il momento. Tante persone fantasticano su altri momenti o situazioni mentre fanno sesso, e quella scena ne è una rappresentazione decisamente letterale, intelligente e incisiva. Tutto il resto della puntata l’ho trovato inutile e banale. Salvo l’ultimissima scena, come già detto.
Una riflessione in più sulla terza stagione:
Vorrei farla perché molti hanno visto un calo rispetto alle stagioni precedenti. Rispondo quindi in particolare al nostro Rabi (e chiunque abbia lo stesso parere)
Il mio parere è: non saprei. L’idea che mi sono fatta è che comunque anche nelle prime due stagioni c’è stata una puntata che non mi ha convinto, nella terza qualcuna in più, ma contiene il doppio delle puntate, quindi i conti mi tornano. E’ anche vero che, al di là dei gusti personali, l’unica puntata seriamente discordante e con un finale superficiale si trova in questa stagione, ma… può capitare. Insomma, non riesco a trovare motivi oggettivi che mostrino una qualità inferiore alle precedenti. Mi piacerebbe se qualcuno di voi rispondesse in merito
Intanto spendo due parole sulla prima e l’ultima puntata:
Caduta libera. A qualcuno era piaciuta mi sembra (e Rabi, avrai sicuramente notato che il regista era Joe Wright
). E’ piaciuta anche a me. Da una distopia sci-fi in cui nessuno o quasi vuole conoscere le emozioni autentiche, ma solo quelle che possono portare al punteggio più alto (niente che non stia già succedendo), plana verso una commedia amara che collassa su un road trip dell’assurdo, fino ad un finale decisamente liberatorio. Ti fa immedesimare ed empatizzare molto con la protagonista, di cui mi è piaciuta anche l’attrice.
Odio universale. La sua connessione con la primissima puntata di tutta la serie (The National Anthem) ha creato quella chiusura del cerchio che a me piace sempre. Parte come un’indagine criminale (che tra l’altro strizza l’occhio al film Seven di Fincher), con l’usuale sfondo alla BM dell’uso distruttivo dei social, poi però inizia a mixare l’ottimo realismo (che era il punto di forza di The National Anthem) con atmosfere che… come dire? si mantengono straordinariamente a metà tra quelle migliori di Hitchcock e quelle non proprio accattivanti dei B-movie di horror naturale XD però fatto bene! Che vi devo dire, mi è piaciuto fino al novantesimo minuto. Ho apprezzato anche la regia, che mette spesso i personaggi ai bordi dell'inquadratura, rendendoli sfuggenti.
Come tematiche… ok, quella del Grande Fratello non è originalissima. Però viene anche indagato un altro aspetto specifico del tema dei social diverso da quelli trattati precedentemente: mentre in Caduta Libera ognuno giudicava l'altro prendendosi la responsabilità di una valutazione data faccia a faccia, qui ci si nasconde dietro lo schermo, sminuendo la gravità di quel che si dice a seconda della sede in cui lo si dice, sentendosi forti del mal comune mezzo gaudio; il cancelletto degli hashtag diventa simbolo di una prigione, e la cattiveria è diluita tra tanti avatar, incontrollabile… Stavolta chi è il serial killer? Il classico psicopatico o l'utente ignaro dietro la tastiera? Questa volta lo specchio è più nero che mai.
Attendo le vostre opinioni
PS: solo a me Waldo ha ricordato Beppe Grillo?
E il recente Donaldone.
Edited by DonnaGnao - 17/3/2017, 10:39