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Fullmetal Alchemist: Brotherhood

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view post Posted on 29/1/2016, 23:31     +1   +1   -1
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Vescovo

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Ahahah, fantastico! Come Ling quando finge di non conoscere la lingua di amestris e fugge per non pagare, con quella faccia, mi fa morire X°D

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view post Posted on 29/1/2016, 23:32     +1   +1   -1

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Vi quoto in pieno entrambe! Anche io amo FMA :wub:
 
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Rabi Loew
view post Posted on 30/1/2016, 12:22     +1   +1   -1




si ma io sono un maschio :asd:
ho un nick che induce spesso in questo errore
Comunque colpa mia, di solito vengo a dare il benvenuto nei topic di presentazione... solo che la barra laterale non mi segnala quelli nuovi e spesso mi sfuggono :sisi:
 
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view post Posted on 30/1/2016, 14:35     +1   -1

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Scusa sono stata io disattenta ieri sera, era tardi! :wacko: (sono già sbadata di mio, quindi figurati XD)
 
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Rabi Loew
view post Posted on 5/3/2016, 17:25     +4   +1   -1




Ho riletto un po' la mia vecchia recensione e ho notato due cose...
uno: boia anche se è passato poco tempo ci sono delle cose che adesso non avrei mai scritto così, mica mi garba :nono:
due: incompletissimo XD ho diecimilioni di altre cose da dire

CITAZIONE
1) TRAMA /TEMATICHE

Fullmetal Alchemist parla di alchimia e cabala, due esoterismi prettamente occidentali, filtrati dal punto di vista orientale dell'autrice.
Ne parla sia grazie a camei e citazioni (homunculus, l'uomo nell'ampolla, Van Hohenheim etc.. ) sia da un punto di vista molto più profondo, inserendoli nella trama (ad esempio sul portale alchemico che conduce a vedere la Verità c'è inciso l'albero delle Sephiroth, che, secondo la Cabala, è la “raffigurazione” dei “veli” che separano l'uomo dalla vista di Dio).
Sia l'alchimia che la Cabala sono due materie che mi hanno sempre affascinato molto, quindi ritrovarle in un manga/anime è stato molto bello per me.

Due curiosità random sull'alchimia (che credevo di aver scritto)

il simbolo dei fratelli Elric
è ispirato alla croce della tomba di Nicholas Flamel

l'alchimia cinese esisteva davvero ed aveva davvero proprietà applicabili alla medicina (più che altro alla farmacologia)


La Cabala (o qabbalah, o come vi pare):

ovviamente è molto più complessa di quello che sto per scrivere, mi limito a scrivere quello che è immediatamente collegabile al Brotherhood (e che ho capito io, che non è poi così tanto XD)
SPOILER EPISODIO 63

uno dei suoi scopi è quella che potremmo chiamare “indagine” su Dio, anzi meglio sul “Dio nascosto”, che si sviluppa in due vie: la ricerca dell'essenza stessa di Dio e la ricerca del rapporto di Dio col mondo.

Dio Nascosto che si manifesta solo attraverso le Sephiroth (emanazioni): così avviene che Ed, il Padre e tutti gli altri possono vedere Dio, ma solo passando dalle sue emanazioni. La rappresentazione grafica è appunto l'Albero della vita. Il passaggio attraverso il portale ti inculca la conoscenza. Questo perché è appunto ciò che ottiene il cabalista conoscendo le dieci emanazioni [ 1 corona (Keter) – 2 sapienza (Chokhmah) - 3 comprensione (Binah) 4 - pietà (Chesed) - 5 forza (Geburah) – 6 bellezza (Tiphareth) - 7 vittoria (Netzach) - 8 splendore (Hod) - 9 fondamento (Yesod) e 10 regno (Malkuth)]. Conoscere le emanazioni ti permette appunto di conoscere ottenere la conoscenza, ovvero di conoscere Dio.

- la ricerca dell'esistenza di Dio: premettendo che esistono tantissime interpretazioni diverse, però una abbastanza famosa è quella del cammino magico contrapposto al cammino della compassione. E tra tutte è quella che rispecchia Brotherhood e può essere usata per interpretare i due personaggi di Edward e del Padre, anzi, per meglio dire, de “il piccolo uomo nell'ampolla”. La magia è la via esoterica a Dio, la volontà di voler sapere e di conoscere, per un amore puro di conoscenza in sé, senza altro scopo. Ovvero l'homunculus [quando davanti al Fondatore dice “volevo conoscere tutto il mondo. Che c'è di male in questo? Che c'è di male nel mio desiderio?”]. La via della compassione è la via di conoscenza attraverso l'uomo, attraverso l'empatia. Ovvero Ed [“quello che ho da offrire è esattamente qui […] ero convinto che con la conoscenza avrei risolto ogni cosa, invece ero fuori strada: la mia era solo arroganza” “ti abbasseresti ad essere un umano qualunque?” “non mi abbasserei affatto” […] “risposta esatta: bravo alchimista!”].

- rapporto di Dio col mondo: il Fondatore non ha nessun interesse ad interagire col mondo. Lui interagisce con chi lo cerca. Premia chi capisce. Punisce i superbi. Bellissimo è il momento in cui Ed rinuncia all'alchimia : ha una reazione di puro orgoglio pieno di entusiasmo. Lo vediamo per la prima volta esprimere un sentimento che non sia denigrazione o sarcasmo (suo status fisso per tutto il durare della storia fino a questo singolo punto). Anche il suo rapporto con il Piccolo Uomo è legato allo stesso principio: non viene punito perché è stato cattivo, perché ha fatto del male ed ha ucciso tante persone: questo per il Fondatore non ha nessuna importanza. Viene punito perché è stato superbo, ma sopratutto perché non è stato indipendente. “non hai fatto altro che appoggiarti sempre al fondatore, perciò è come se non fossi mai cresciuto”

in realtà la cabala non dice se sia migliore la via magica o la via della compassione, ma l'autrice fa una scelta in questo senso, tramite Ed, dando appunto, per sua scelta creativa, questo ruolo di “punitore dei superbi” al Fondatore (avvicinandolo molto al dio biblico dell'antico testamento, quello del “non avrai altro dio all'infuori di me” e della torre di babele)

L'episodio 63, del confronto tra il Fondatore e il Piccolo Uomo nell'Ampolla e poi del confronto tra il Fondatore ed Edward, è una una bellezza incredibile, non solo per la resa artistica in sé, ma anche per tutto questo significato che l'autrice è riuscita a caricarci.

Edited by Rabi Loew - 6/3/2016, 01:55
 
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view post Posted on 6/3/2016, 00:59     +1   -1
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hey hey questa discussione capita qui al momento giusto direi, stavo guardando brotherhood proprio qualche istante fa
Ho visto troppi pochi episodi per poterlo dire, ma non riesco a farmelo piacere (?) no, non è corretto. é molto bello, solo che a parer mio non regge il confronto con il primo anime (ditemi che qualcuno lo ha visto, vi prego ç_ç)
spero proprio di riuscire ad appassionarmi, pian piano :')
 
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Rabi Loew
view post Posted on 6/3/2016, 01:46     +1   -1




CITAZIONE («HoraBora» @ 6/3/2016, 00:59) 
hey hey questa discussione capita qui al momento giusto direi, stavo guardando brotherhood proprio qualche istante fa
Ho visto troppi pochi episodi per poterlo dire, ma non riesco a farmelo piacere (?) no, non è corretto. é molto bello, solo che a parer mio non regge il confronto con il primo anime (ditemi che qualcuno lo ha visto, vi prego ç_ç)
spero proprio di riuscire ad appassionarmi, pian piano :')

allora se ne riparla quando l'hai finito :asd:

sopratutto se hai visto solo poche puntate iniziali è davvero ancora presto per parlarne (conta che tutto il discorso sulla cabala che ho scritto sopra è basato solo sulla penultima puntata) :lol:

Edited by Rabi Loew - 6/3/2016, 02:02
 
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view post Posted on 6/3/2016, 02:51     +2   +1   -1
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CITAZIONE (Rabi Loew @ 5/3/2016, 17:25) 
il simbolo dei fratelli Elric
è ispirato alla croce della tomba di Nicholas Flamel

Non dovrebbe essere il simbolo dell'alchimia in generale? Comunque io l'avevo sempre associato al simbolo della medicina (wikipedia insegna: bastone di asclepio)

però l'associazione con nicholas flamel mi piace un sacco!!

CITAZIONE
- rapporto di Dio col mondo: il Fondatore non ha nessun interesse ad interagire col mondo. Lui interagisce con chi lo cerca. Premia chi capisce. Punisce i superbi. Bellissimo è il momento in cui Ed rinuncia all'alchimia : ha una reazione di puro orgoglio pieno di entusiasmo. Lo vediamo per la prima volta esprimere un sentimento che non sia denigrazione o sarcasmo (suo status fisso per tutto il durare della storia fino a questo singolo punto). Anche il suo rapporto con il Piccolo Uomo è legato allo stesso principio: non viene punito perché è stato cattivo, perché ha fatto del male ed ha ucciso tante persone: questo per il Fondatore non ha nessuna importanza. Viene punito perché è stato superbo, ma sopratutto perché non è stato indipendente. “non hai fatto altro che appoggiarti sempre al fondatore, perciò è come se non fossi mai cresciuto”

in realtà la cabala non dice se sia migliore la via magica o la via della compassione, ma l'autrice fa una scelta in questo senso, tramite Ed, dando appunto, per sua scelta creativa, questo ruolo di “punitore dei superbi” al Fondatore (avvicinandolo molto al dio biblico dell'antico testamento, quello del “non avrai altro dio all'infuori di me” e della torre di babele)

L'episodio 63, del confronto tra il Fondatore e il Piccolo Uomo nell'Ampolla e poi del confronto tra il Fondatore ed Edward, è una una bellezza incredibile, non solo per la resa artistica in sé, ma anche per tutto questo significato che l'autrice è riuscita a caricarci.

Concordo in pieno su tutto :wub: la colonna sonora delle ultime scene clou poi è veramente qualcosa di mamma mia :wub: :wub:
Video

Comunque la cosa che mi ha toccato di più di Brotherhood è proprio questo dipingere l'uomo come un essere reso superbo dalla conoscenza. Ho trovato una vecchia nota che scrissi su Facebook (la prima e l'ultima, ahah) che risale ai tempi in cui vidi FMAB per la prima volta (2011 :um: )... All'epoca ero abbastanza in fissa con Shakespeare, che stavo studiando al liceo, e niente, me ne uscii con una specie di parallelismo.

CITAZIONE
"What a piece of work is a man! ... Gli uomini sono davvero roba da poco, eh?" (titolo)
What a piece of work is a man, how noble in reason, how
infinite in faculties, in form and moving how express and
admirable, in action how like an angel, in apprehension how like
a god! the beauty of the world, the paragon of animals—and yet,
to me, what is this quintessence of dust? Man delights not me—
nor woman neither, though by your smiling you seem to say so.

(Hamlet Act 2, scene 2, 303–312)

- Edward Elric: Dici che se si prega questo vostro Dio anche i morti possono tornare in vita?
- Rose: Sì. Di sicuro.
- Edward Elric: 35 litri d'acqua, 20 chili di carbonio, 4 litri di ammoniaca, 1 chilo e mezzo di calce, 800 grammi di fosforo, 250 grammi di sale, 100 grammi di salnitro, 80 grammi di zolfo, 7,5 grammi di fluoro, 5 grammi di ferro, 3 grammi di silicio, più altri 15 elementi in minima quantità.
- Rose: ...Eh?!
- Edward Elric: Sono gli elementi che si è calcolato compongano il corpo di un essere umano adulto. La scienza attuale è in grado di dirci tutto questo, eppure non si è mai sentito che qualcuno al mondo sia riuscito a portare a termine con successo una trasmutazione umana. C'è un qualcosa che manca, ma che cosa? Per centinaia di anni gli scienziati hanno studiato cercando di scoprire quel qualcosa, ma non l'hanno ancora trovato. C'è chi dice che il loro sia uno sforzo sterile, ma secondo me è molto più significativo che limitarsi a pregare e aspettare. Tra l'altro questi ingredienti se li potrebbe comprare anche un bambino al mercato con i soldi della paghetta. Gli uomini sono davvero roba da poco, eh?
- Rose: Gli uomini non sono cose! È una bestemmia verso il creatore! Dio ti punirà per questo!!
- Edward Elric: UAH AH AH! Noi alchimisti siamo scienziati. Non crediamo a cose vaghe come un creatore o un dio. Cerchiamo di spiegare le leggi che stanno alla base della materia che compone tutto quanto. Cerchiamo la verità... È ironico che proprio noi scienziati, che non crediamo in Dio, in un certo senso siamo i più vicini allo stato di un dio.
- Rose: Che arroganza! Ti stai forse paragonando a un dio?
- Edward Elric: Ora che ci penso, in un mito che non ricordo, c'era questo tipo... Un eroe, che si avvicinò troppo al Sole, e così le sue ali di cera si sciolsero e precipitò al suolo.

SPOILER VARI

In sostanza, l'essere umano riconosce di essere "roba da poco", e al tempo stesso non può fare a meno di cercare di elevarsi il più possibile attraverso la conoscenza, cosa che però lo porta a peccare di superbia. Ma c'è dell'altro: il superbo non è solo tale, è autocosciente della propria condizione e per questo prova un certo rimorso. Nel caso dei fratelli Elric, entrambi hanno sperimentato sulla loro stessa pelle il peso della propria arroganza (stessa cosa nel caso di Izumi); nel caso, ad esempio, di Hohenheim, mi piace tantissimo l'episodio "onirico" in cui egli stesso da un lato si identifica col Piccolo Uomo nell'ampolla, disprezzando la fragilità, la debolezza e la stupidità della maggior parte degli esseri umani (superbia); dall'altro (quando appare Thrisha) si identifica nella causa dell'uomo, che lotta pur sapendo di lottare contro la propria stessa debolezza (rimorso, identificazione nel debole). Insomma quello che voglio dire è che mi è piaciuta tantissimo questa specie di dicotomia superbia-rimorso in cui vivono i protagonisti principali, perché rispecchia una grande profondità e caratterizzazione dei personaggi (che di certo non si trova in tutti gli shonen...) e forse perché un po' mi ci identifico. Un altro esempio che mi viene in mente in proposito è la scena in cui Kimbly chiede a Riza se, dopo aver mandato a segno un colpo di fucile, non si senta sotto sotto orgogliosa del fatto di essere brava ad uccidere, e felice per aver vinto ed essere sopravvissuta. Stesso discorso: conflitto superbia-rimorso.

Inoltre trovo che, rispetto alla maggior parte dei protagonisti shonen, la crescita dei fratelli Elric, e in particolare di Edward, sia una crescita "al contrario". Spesso i protagonisti sono inizialmente deboli, poco fiduciosi delle proprie capacità, e lungo il cammino, dopo una serie di ostacoli, acquisiscono nuovi poteri che, bene o male, alla fine li portano ad essere i più forti, la speranza di tutti. I fratelli Elric, invece, già dall'inizio sono dei bambini prodigio e credono di poter riuscire dove tutti gli altri hanno fallito, tentando la trasmutazione umana. Tutto il loro cammino sarà un percorso per "perdere" qualcosa (la propria arroganza), piuttosto che trovarlo. Trovo bellissima la frase che Edward pronuncia in preda alla frustrazione, dopo aver scoperto l'ingrediente principale di una pietra filosofale: "più mi avvicino alla verità, e più questa sembra scivolarmi via dalle mani" (ovviamente sto parafrasando, non ricordo le parole esatte XD)... Questo perché i due fratelli stanno ancora cercando delle "scorciatoie" per riavere indietro i loro corpi, sono convinti che spingendosi ancora più in là nella conoscenza possano riguadagnare ciò che "giustamente" hanno perso. Alla fine, mentre il protagonista dello shonen tipico arriva al suo scopo dopo essere diventato sempre più forte, Edward riesce a riavere indietro suo fratello sacrificando qualcosa che ha sempre avuto con sé, fin dall'inizio. Mi ha sempre colpito pensare che, ai fini del semplice intreccio narrativo dei due fratelli, poteva risolversi tutto dal principio in un attimo; ma naturalmente il punto è proprio questo: più che un cammino verso l'acquisizione di nuovi poteri, ciò che importa davvero è imparare a conoscere se stessi, soprattutto accettando i propri limiti.

A questo proposito, un'altra cosa stupenda di brotherhood è l'umanità dei personaggi, nel senso che sono caratterizzati in modo davvero realistico (per lo meno, la maggior parte): emblematico è l'esempio di Edward che, dopo tutto il viaggio percorso, dopo aver sacrificato l'alchimia, tenta ancora una volta, quasi per scaramanzia, una trasmutazione (per aggiustare il tetto della casa di Winry)... Ed emblematico è il fatto che debba ricordare a se stesso il motivo per il quale abbia sacrificato il proprio sapere, come a dire che quel desiderio di sentirsi una spanna sopra gli altri grazie al sapere alchemico è, in piccola parte, sopravvissuto, perché dopotutto la superbia è parte integrante dell'animo umano.

Ci sono altri millemila motivi per cui amo quest'anime, si potrebbe scrivere un'enciclopedia nel commentare ogni singolo episodio, ma per ora mi fermo qui... Penso che il sonno e l'aver ingerito impunemente una pizza e mezza abbiano influito non poco sull'infinito delirio che ho scritto :asd:

CITAZIONE (Rabi Loew @ 6/3/2016, 01:46) 
CITAZIONE («HoraBora» @ 6/3/2016, 00:59) 
hey hey questa discussione capita qui al momento giusto direi, stavo guardando brotherhood proprio qualche istante fa
Ho visto troppi pochi episodi per poterlo dire, ma non riesco a farmelo piacere (?) no, non è corretto. é molto bello, solo che a parer mio non regge il confronto con il primo anime (ditemi che qualcuno lo ha visto, vi prego ç_ç)
spero proprio di riuscire ad appassionarmi, pian piano :')

allora se ne riparla quando l'hai finito :asd:

sopratutto se hai visto solo poche puntate iniziali è davvero ancora presto per parlarne (conta che tutto il discorso sulla cabala che ho scritto sopra è basato solo sulla penultima puntata) :lol:

Concordo. Devi ASSOLUTAMENTE finire tutto Brotherhood :asd:
 
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Rabi Loew
view post Posted on 6/3/2016, 13:28     +3   +1   -1




si si esatto. Sono la stessa cosa. Il simbolo dell'alchimia in generale, raffigurato sulla tomba di Flamel.
Capirne il vero significato è molto difficile perchè ci sono tantissime interpretazioni...
però secondo me, tra le tante, ce n'è una che calza a pennello con Brotherhood: direttamente dal Vangelo
“E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna”. (Giovanni, 3:14-15)
Cristo viene abbinato al serpente ad assume quindi doppia valenza simbolica: è il salvatore, ma è anche il serpente della conoscenza, quello che dette la mela ad Eva. Dio è sia antidoto che veleno: controlla e salva il mondo, offre la conoscenza a chi la desidera, ma devi anche accettare la tua punizione, la tua cacciata dall'Eden, per averla ottenuta.
La trovo una interpretazione perfetta per Brotherhood perché come vedi si connette benissimo con tutto il discorso che abbiamo fatto sulla superbia.

Anzi sotto questo aspetto è interessantissimo analizzare il personaggio di Mustang: il suo desiderio di dominio, di diventare il Fuhrer, non è un desiderio di superbia, ma è un desiderio di espiazione. Stessa cosa vale per Riza e Hughes, che lo aiutano in questo cammino. Giustamente parlavi di “superbia-rimorso”. Concordo assolutamente. Ma secondo me con questi tre personaggi l'autrice va ancora più in là: non solo perché a causa del rimorso sentono un bisogno di espiazione del loro peccato, ma sopratutto perché il loro peccato “originale” (lo sterminio di migliaia di innocenti) non era neanche dovuto a superbia (in quel caso appunto per il fondatore non sarebbe esistita colpa), ma a quella “banalità del male” di cui parla la Arendt: la loro azione malvagia non ha la “grandezza” di quella dei demoni, dei pazzi visionari o dei freddi condottieri, ma ha soltanto la “pochezza” dell'obbedienza, sei solo il servitore, piccolo, insignificante, inconsapevole, di qualcosa che è sopra di te. Dov'è stata la tua autodeterminazione in questo? La colpa di non esserti auto-determinato, di aver obbedito, deve essere espiata... perché appunto il massacro che è stato fatto fatto, non è stato dovuto a un tuo fine di conoscenza... ma non è stato dovuto a nulla.
Bellissimo il dialogo tra Riza ed Edward sulla guerra di Ishval, ed emblematiche in particolare alcune battute che si scambaino:
Riza: “tutti coloro che a Ishval hanno compiuto crimini di guerra potrebbero, come è giusto, essere portati in giudizio”
Edward:“il colonnello ne è consapevole e vuole comunque arrivare al vertice? Ma è un suicidio! E poi... sono stati gli homunculus a far scoppiare la guerra e a manovrare anche voi”
Riza:“Noi abbiamo partecipato a quella guerra. Non puoi ignorare i morti.”

e tutto questo per parlare di contenuti XD
parlando di struttura narrativa anche io concordo assolutamente con te: ho sempre trovato ASSOLUTAMENTE GENIALE il fatto che la trama si poteva risolvere alla prima puntata e che Ed in realtà ha sempre avuto la soluzione con sé. Solo che non aveva la capacità di vederla... e te lettore con lui. Però al momento della risoluzione, quando dice al fondatore “ecco qui quello che ho da offrire” anche a te che guardi pare tutto così perfettamente logico e lineare, non fa una piega... però non c'eri arrivato: te lo dice Ed XD e fai la stessa faccia del Fondatore, con la bocca aperta a pensare “cazzo è vero, mi ha fregato”


concludo dicendo una cosa per te: mi ha fatto davvero tanto piacere leggere quello che hai scritto, non solo perché era interessante, ma anche perché questa discussione è sempre stata un po' morta (in un anno neanche una pagina di commenti) ed invece ci sono talmente tante tante cose di cui parlare.... quindi grazie :lol:
 
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view post Posted on 6/3/2016, 13:57     +2   +1   -1

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CITAZIONE (Rabi Loew @ 5/3/2016, 17:25)
- la ricerca dell'esistenza di Dio: premettendo che esistono tantissime interpretazioni diverse, però una abbastanza famosa è quella del cammino magico contrapposto al cammino della compassione. E tra tutte è quella che rispecchia Brotherhood e può essere usata per interpretare i due personaggi di Edward e del Padre, anzi, per meglio dire, de “il piccolo uomo nell'ampolla”. La magia è la via esoterica a Dio, la volontà di voler sapere e di conoscere, per un amore puro di conoscenza in sé, senza altro scopo. Ovvero l'homunculus [quando davanti al Fondatore dice “volevo conoscere tutto il mondo. Che c'è di male in questo? Che c'è di male nel mio desiderio?”]. La via della compassione è la via di conoscenza attraverso l'uomo, attraverso l'empatia. Ovvero Ed [“quello che ho da offrire è esattamente qui […] ero convinto che con la conoscenza avrei risolto ogni cosa, invece ero fuori strada: la mia era solo arroganza” “ti abbasseresti ad essere un umano qualunque?” “non mi abbasserei affatto” […] “risposta esatta: bravo alchimista!”].

- rapporto di Dio col mondo: il Fondatore non ha nessun interesse ad interagire col mondo. Lui interagisce con chi lo cerca. Premia chi capisce. Punisce i superbi. Bellissimo è il momento in cui Ed rinuncia all'alchimia : ha una reazione di puro orgoglio pieno di entusiasmo. Lo vediamo per la prima volta esprimere un sentimento che non sia denigrazione o sarcasmo (suo status fisso per tutto il durare della storia fino a questo singolo punto). Anche il suo rapporto con il Piccolo Uomo è legato allo stesso principio: non viene punito perché è stato cattivo, perché ha fatto del male ed ha ucciso tante persone: questo per il Fondatore non ha nessuna importanza. Viene punito perché è stato superbo, ma sopratutto perché non è stato indipendente. “non hai fatto altro che appoggiarti sempre al fondatore, perciò è come se non fossi mai cresciuto”

in realtà la cabala non dice se sia migliore la via magica o la via della compassione, ma l'autrice fa una scelta in questo senso, tramite Ed, dando appunto, per sua scelta creativa, questo ruolo di “punitore dei superbi” al Fondatore (avvicinandolo molto al dio biblico dell'antico testamento, quello del “non avrai altro dio all'infuori di me” e della torre di babele)

L'episodio 63, del confronto tra il Fondatore e il Piccolo Uomo nell'Ampolla e poi del confronto tra il Fondatore ed Edward, è una una bellezza incredibile, non solo per la resa artistica in sé, ma anche per tutto questo significato che l'autrice è riuscita a caricarci.

Fra tutti i momenti più ricchi di pathos e di significato di Brotherhood, questi al cospetto del Fondatore sono quelli che davvero ho apprezzato di più. L'autrice è riuscita a rielaborare in modo personale le tematiche di fondo della cabala, ha costruito per il suo protagonista un percorso di formazione spirituale e intellettuale, e ha fornito una conclusione alla storia coerente e ricca di messaggi per lo spettatore. Il tutto in quelle ultime puntate.
Credo che il miglior pregio per una storia (manga, anime, libro, film o checchessia) sia il fatto che l'autore abbia qualcosa da comunicarci e riesca a farlo bene, e questo è il caso di Brotherhood.

Rabi mi complimento per le tue ricerche sulla cabala e argomenti simili; io ho poche conoscenze in merito ma mi interessano molto, quindi ho piacere di venirne a conoscenza dai tuoi post! :D



CITAZIONE (M.Jane @ 6/3/2016, 02:51) 
Concordo in pieno su tutto :wub: la colonna sonora delle ultime scene clou poi è veramente qualcosa di mamma mia :wub: :wub:
Video

Le colonne sonore di Brotherhood sono stupende :wub: appena finito di guardare l'anime, le ho ascoltate in loop per settimane XD



CITAZIONE (M.Jane @ 6/3/2016, 02:51) 
Comunque la cosa che mi ha toccato di più di Brotherhood è proprio questo dipingere l'uomo come un essere reso superbo dalla conoscenza. Ho trovato una vecchia nota che scrissi su Facebook (la prima e l'ultima, ahah) che risale ai tempi in cui vidi FMAB per la prima volta (2011 :um: )... All'epoca ero abbastanza in fissa con Shakespeare, che stavo studiando al liceo, e niente, me ne uscii con una specie di parallelismo.

"What a piece of work is a man! ... Gli uomini sono davvero roba da poco, eh?" (titolo)
What a piece of work is a man, how noble in reason, how
infinite in faculties, in form and moving how express and
admirable, in action how like an angel, in apprehension how like
a god! the beauty of the world, the paragon of animals—and yet,
to me, what is this quintessence of dust? Man delights not me—
nor woman neither, though by your smiling you seem to say so.

(Hamlet Act 2, scene 2, 303–312)

- Edward Elric: Dici che se si prega questo vostro Dio anche i morti possono tornare in vita?
- Rose: Sì. Di sicuro.
- Edward Elric: 35 litri d'acqua, 20 chili di carbonio, 4 litri di ammoniaca, 1 chilo e mezzo di calce, 800 grammi di fosforo, 250 grammi di sale, 100 grammi di salnitro, 80 grammi di zolfo, 7,5 grammi di fluoro, 5 grammi di ferro, 3 grammi di silicio, più altri 15 elementi in minima quantità.
- Rose: ...Eh?!
- Edward Elric: Sono gli elementi che si è calcolato compongano il corpo di un essere umano adulto. La scienza attuale è in grado di dirci tutto questo, eppure non si è mai sentito che qualcuno al mondo sia riuscito a portare a termine con successo una trasmutazione umana. C'è un qualcosa che manca, ma che cosa? Per centinaia di anni gli scienziati hanno studiato cercando di scoprire quel qualcosa, ma non l'hanno ancora trovato. C'è chi dice che il loro sia uno sforzo sterile, ma secondo me è molto più significativo che limitarsi a pregare e aspettare. Tra l'altro questi ingredienti se li potrebbe comprare anche un bambino al mercato con i soldi della paghetta. Gli uomini sono davvero roba da poco, eh?
- Rose: Gli uomini non sono cose! È una bestemmia verso il creatore! Dio ti punirà per questo!!
- Edward Elric: UAH AH AH! Noi alchimisti siamo scienziati. Non crediamo a cose vaghe come un creatore o un dio. Cerchiamo di spiegare le leggi che stanno alla base della materia che compone tutto quanto. Cerchiamo la verità... È ironico che proprio noi scienziati, che non crediamo in Dio, in un certo senso siamo i più vicini allo stato di un dio.
- Rose: Che arroganza! Ti stai forse paragonando a un dio?
- Edward Elric: Ora che ci penso, in un mito che non ricordo, c'era questo tipo... Un eroe, che si avvicinò troppo al Sole, e così le sue ali di cera si sciolsero e precipitò al suolo.

SPOILER VARI

In sostanza, l'essere umano riconosce di essere "roba da poco", e al tempo stesso non può fare a meno di cercare di elevarsi il più possibile attraverso la conoscenza, cosa che però lo porta a peccare di superbia. Ma c'è dell'altro: il superbo non è solo tale, è autocosciente della propria condizione e per questo prova un certo rimorso. Nel caso dei fratelli Elric, entrambi hanno sperimentato sulla loro stessa pelle il peso della propria arroganza (stessa cosa nel caso di Izumi); nel caso, ad esempio, di Hohenheim, mi piace tantissimo l'episodio "onirico" in cui egli stesso da un lato si identifica col Piccolo Uomo nell'ampolla, disprezzando la fragilità, la debolezza e la stupidità della maggior parte degli esseri umani (superbia); dall'altro (quando appare Thrisha) si identifica nella causa dell'uomo, che lotta pur sapendo di lottare contro la propria stessa debolezza (rimorso, identificazione nel debole). Insomma quello che voglio dire è che mi è piaciuta tantissimo questa specie di dicotomia superbia-rimorso in cui vivono i protagonisti principali, perché rispecchia una grande profondità e caratterizzazione dei personaggi (che di certo non si trova in tutti gli shonen...) e forse perché un po' mi ci identifico. Un altro esempio che mi viene in mente in proposito è la scena in cui Kimbly chiede a Riza se, dopo aver mandato a segno un colpo di fucile, non si senta sotto sotto orgogliosa del fatto di essere brava ad uccidere, e felice per aver vinto ed essere sopravvissuta. Stesso discorso: conflitto superbia-rimorso.

Bello questo paragone con Shakespeare :)
Questi argomenti sono stati trattati davvero dai più grandi autori, sono tematiche su cui l'uomo si interroga da secoli...
E continua ad essere un argomento attualissimo. Come afferma Ed, la figura dell'alchimista è appunto la figura che ha sempre avuto e continuerà ad avere lo scienziato. La volontà dello scienziato di avvicinarsi a Dio non è cambiata, ed analogamente continua ad essere criticata dalle persone più religiose. E' uno dei conflitti più antichi della storia, ed è bello ritrovarlo in un manga/anime che vuole rivolgersi anche a giovani ragazzi. E l'autrice ha un punto di vista "diplomatico" ed equilibrato su tale argomento: Ed comprende di esser stato troppo superbo ed è pronto a rinunciare alla sua alchimia, ma al tempo stesso non viene criticata l'alchimia in sé, bensì solo l'azione di alcuni alchimisti di spingersi troppo oltre.



CITAZIONE (M.Jane @ 6/3/2016, 02:51) 
Inoltre trovo che, rispetto alla maggior parte dei protagonisti shonen, la crescita dei fratelli Elric, e in particolare di Edward, sia una crescita "al contrario". Spesso i protagonisti sono inizialmente deboli, poco fiduciosi delle proprie capacità, e lungo il cammino, dopo una serie di ostacoli, acquisiscono nuovi poteri che, bene o male, alla fine li portano ad essere i più forti, la speranza di tutti. I fratelli Elric, invece, già dall'inizio sono dei bambini prodigio e credono di poter riuscire dove tutti gli altri hanno fallito, tentando la trasmutazione umana. Tutto il loro cammino sarà un percorso per "perdere" qualcosa (la propria arroganza), piuttosto che trovarlo. Trovo bellissima la frase che Edward pronuncia in preda alla frustrazione, dopo aver scoperto l'ingrediente principale di una pietra filosofale: "più mi avvicino alla verità, e più questa sembra scivolarmi via dalle mani" (ovviamente sto parafrasando, non ricordo le parole esatte XD)... Questo perché i due fratelli stanno ancora cercando delle "scorciatoie" per riavere indietro i loro corpi, sono convinti che spingendosi ancora più in là nella conoscenza possano riguadagnare ciò che "giustamente" hanno perso. Alla fine, mentre il protagonista dello shonen tipico arriva al suo scopo dopo essere diventato sempre più forte, Edward riesce a riavere indietro suo fratello sacrificando qualcosa che ha sempre avuto con sé, fin dall'inizio. Mi ha sempre colpito pensare che, ai fini del semplice intreccio narrativo dei due fratelli, poteva risolversi tutto dal principio in un attimo; ma naturalmente il punto è proprio questo: più che un cammino verso l'acquisizione di nuovi poteri, ciò che importa davvero è imparare a conoscere se stessi, soprattutto accettando i propri limiti.

Verissimo, questo è un altro grande punto forza di Brotherhood, che manca in quasi tutti gli shonen (o almeno in quelli che io conosco), anche in SnK se proprio volessimo fare il paragone.
E il motivo per cui manca è proprio il fatto che l'uomo stesso ha difficoltà a capirlo: poche persone comprendono (o sono disposte ad ammettere) che l'arricchimento personale spesso equivale a perdere qualcosa anziché acquistare.


CITAZIONE (M.Jane @ 6/3/2016, 02:51) 
A questo proposito, un'altra cosa stupenda di brotherhood è l'umanità dei personaggi, nel senso che sono caratterizzati in modo davvero realistico (per lo meno, la maggior parte): emblematico è l'esempio di Edward che, dopo tutto il viaggio percorso, dopo aver sacrificato l'alchimia, tenta ancora una volta, quasi per scaramanzia, una trasmutazione (per aggiustare il tetto della casa di Winry)... Ed emblematico è il fatto che debba ricordare a se stesso il motivo per il quale abbia sacrificato il proprio sapere, come a dire che quel desiderio di sentirsi una spanna sopra gli altri grazie al sapere alchemico è, in piccola parte, sopravvissuto, perché dopotutto la superbia è parte integrante dell'animo umano.

Anche qui abbiamo una singolarità di Brotherhood: questo tipo di umanità raramente viene mostrata, e anche io credo che questo aspetto sia fra quelli che meglio descrivono l'uomo. Io almeno mi ci rispecchio molto!
 
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CITAZIONE (Rabi Loew @ 6/3/2016, 13:28) 
Anzi sotto questo aspetto è interessantissimo analizzare il personaggio di Mustang: il suo desiderio di dominio, di diventare il Fuhrer, non è un desiderio di superbia, ma è un desiderio di espiazione. Stessa cosa vale per Riza e Hughes, che lo aiutano in questo cammino. Giustamente parlavi di “superbia-rimorso”. Concordo assolutamente. Ma secondo me con questi tre personaggi l'autrice va ancora più in là: non solo perché a causa del rimorso sentono un bisogno di espiazione del loro peccato, ma sopratutto perché il loro peccato “originale” (lo sterminio di migliaia di innocenti) non era neanche dovuto a superbia (in quel caso appunto per il fondatore non sarebbe esistita colpa), ma a quella “banalità del male” di cui parla la Arendt: la loro azione malvagia non ha la “grandezza” di quella dei demoni, dei pazzi visionari o dei freddi condottieri, ma ha soltanto la “pochezza” dell'obbedienza, sei solo il servitore, piccolo, insignificante, inconsapevole, di qualcosa che è sopra di te. Dov'è stata la tua autodeterminazione in questo? La colpa di non esserti auto-determinato, di aver obbedito, deve essere espiata... perché appunto il massacro che è stato fatto fatto, non è stato dovuto a un tuo fine di conoscenza... ma non è stato dovuto a nulla.
Bellissimo il dialogo tra Riza ed Edward sulla guerra di Ishval, ed emblematiche in particolare alcune battute che si scambaino:
Riza: “tutti coloro che a Ishval hanno compiuto crimini di guerra potrebbero, come è giusto, essere portati in giudizio”
Edward:“il colonnello ne è consapevole e vuole comunque arrivare al vertice? Ma è un suicidio! E poi... sono stati gli homunculus a far scoppiare la guerra e a manovrare anche voi”
Riza:“Noi abbiamo partecipato a quella guerra. Non puoi ignorare i morti.”

E' vero. Mustang e gli altri militari sono personaggi complementari a Ed e Al. Attraverso loro, l'autrice elabora questi altri temi che ha a cuore, e soprattutto gli altri punti di vista possibili. E ogni militare ha un modo personalissimo di elaborare il dolore: quello "introverso" di Mustang che lo conduce a voler cambiare le cose, quello paralizzante di Riza, quello "estroverso" di Armstrong (il quale manifesta senza riserve i suoi stati d'animo) che lo ha indotto al rifiuto di obbedire agli ordini e a perdere fiducia nel corpo militare. Tutti diversi, ma tutti molto struggenti.
 
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CITAZIONE (Rabi Loew @ 6/3/2016, 13:28) 
“E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna”. (Giovanni, 3:14-15)
Cristo viene abbinato al serpente ad assume quindi doppia valenza simbolica: è il salvatore, ma è anche il serpente della conoscenza, quello che dette la mela ad Eva. Dio è sia antidoto che veleno: controlla e salva il mondo, offre la conoscenza a chi la desidera, ma devi anche accettare la tua punizione, la tua cacciata dall'Eden, per averla ottenuta.
La trovo una interpretazione perfetta per Brotherhood perché come vedi si connette benissimo con tutto il discorso che abbiamo fatto sulla superbia.

Concordo, mi piace moltissimo come interpretazione.
In effetti poi il bastone di Asclepio viene spesso confuso con il Caduceo (da me medesima in primis :asd:)

Leggendo su wiki ho scoperto che dovrebbe simboleggiare il bene e il male nell'uomo (i due serpenti attorcigliati), tenuti in equilibrio dal dio Ermes (simboleggiato dal bastone di legno). Le ali dovrebbero rappresentare l'intelligenza e la conoscenza, che si pongono "al di sopra della materia, per poterla controllare". I due serpenti poi possono rappresentare la dose curativa del veleno (bene), e la dose tossica (male), e questo si riallaccia perfettamente con quello che hai scritto, e con quello che dice my sister :asd:
CITAZIONE
ma al tempo stesso non viene criticata l'alchimia in sé, bensì solo l'azione di alcuni alchimisti di spingersi troppo oltre.

in effetti la conoscenza in sé può essere interpretata come veleno, e solo la quantità discrimina fra una dose "buona" e una deleteria.
Oddio quante cose che ci sono da sapere :fg:

CITAZIONE
Anzi sotto questo aspetto è interessantissimo analizzare il personaggio di Mustang: il suo desiderio di dominio, di diventare il Fuhrer, non è un desiderio di superbia, ma è un desiderio di espiazione. Stessa cosa vale per Riza e Hughes, che lo aiutano in questo cammino. Giustamente parlavi di “superbia-rimorso”. Concordo assolutamente. Ma secondo me con questi tre personaggi l'autrice va ancora più in là: non solo perché a causa del rimorso sentono un bisogno di espiazione del loro peccato, ma sopratutto perché il loro peccato “originale” (lo sterminio di migliaia di innocenti) non era neanche dovuto a superbia (in quel caso appunto per il fondatore non sarebbe esistita colpa), ma a quella “banalità del male” di cui parla la Arendt: la loro azione malvagia non ha la “grandezza” di quella dei demoni, dei pazzi visionari o dei freddi condottieri, ma ha soltanto la “pochezza” dell'obbedienza, sei solo il servitore, piccolo, insignificante, inconsapevole, di qualcosa che è sopra di te. Dov'è stata la tua autodeterminazione in questo? La colpa di non esserti auto-determinato, di aver obbedito, deve essere espiata... perché appunto il massacro che è stato fatto fatto, non è stato dovuto a un tuo fine di conoscenza... ma non è stato dovuto a nulla.
Bellissimo il dialogo tra Riza ed Edward sulla guerra di Ishval, ed emblematiche in particolare alcune battute che si scambaino:
Riza: “tutti coloro che a Ishval hanno compiuto crimini di guerra potrebbero, come è giusto, essere portati in giudizio”
Edward:“il colonnello ne è consapevole e vuole comunque arrivare al vertice? Ma è un suicidio! E poi... sono stati gli homunculus a far scoppiare la guerra e a manovrare anche voi”
Riza:“Noi abbiamo partecipato a quella guerra. Non puoi ignorare i morti.”

Verissimo. Naturalmente ci sono mille temi diversi che l'autrice affronta caratterizzando i personaggi, il tema superbia-rimorso è solo uno dei tanti. Quello che citi tu, cioè il "complesso del soldato" (fatemelo chiamare così XD) è un altro tema delicatissimo e complicato... Capire il limite fra il dovere dell'obbedienza agli ordini (senza la quale non potrebbe esistere alcuna gerarchia all'interno dell'esercito - se tutti i soldati avessero la facoltà di decidere per se stessi sarebbe il caos) e la necessità di ribellarsi e rifiutarli, non è cosa da poco, e penso ci siano, in generale, pareri contrastanti in merito: se non mi sbaglio se ne parlava nel forum nella discussione "in quale corpo dell'esercito entrereste". Naturalmente, come dicevi tu, tutto questo discorso va poi letto nell'ottica dell'espiazione. (Fra l'altro è molto bella e realistica la reazione di Edward al discorso di Riza, perché è "semplicistica", tipica di un adolescente che tende ad avere una visione di "bene" e "male" come entità distinte).
E pensare che nonostante la complessità di questi temi, non diresti mai che i personaggi di brotherhood sono "pesanti" o noiosi... L'autrice ti mostra questo lato tormentato in più occasioni, ma inserendo anche situazioni comiche riesce a farti sentire vicino ai protagonisti, in tutte le loro sfumature.

CITAZIONE
parlando di struttura narrativa anche io concordo assolutamente con te: ho sempre trovato ASSOLUTAMENTE GENIALE il fatto che la trama si poteva risolvere alla prima puntata e che Ed in realtà ha sempre avuto la soluzione con sé. Solo che non aveva la capacità di vederla... e te lettore con lui. Però al momento della risoluzione, quando dice al fondatore “ecco qui quello che ho da offrire” anche a te che guardi pare tutto così perfettamente logico e lineare, non fa una piega... però non c'eri arrivato: te lo dice Ed XD e fai la stessa faccia del Fondatore, con la bocca aperta a pensare “cazzo è vero, mi ha fregato”

Ahah infatti! Fra l'altro, quando finisce un anime che ti piace, di solito ti rimane l'amaro in bocca per il fatto in sé che sia concluso e che dovrai pian piano disintossicarti XD ma con brotherhood non è stato solo questo... Non saprei neanche descriverlo a parole, hai seguito passo passo l'evoluzione di Edward, e mentre magari lui ha accettato, in buona parte, la rinuncia al sapere eccessivo, ti rendi conto che il tuo cammino in questa direzione è ancora lungo (questa è una mia personalissima sensazione, naturalmente), non so... il finale di brotherhood mi ha lasciato in uno stato perenne ma latente di feels XD

CITAZIONE
concludo dicendo una cosa per te: mi ha fatto davvero tanto piacere leggere quello che hai scritto, non solo perché era interessante, ma anche perché questa discussione è sempre stata un po' morta (in un anno neanche una pagina di commenti) ed invece ci sono talmente tante tante cose di cui parlare.... quindi grazie :lol:

E di cosa, è sempre bello parlare fino alla noia di ciò che piace ^_^ Anzi mi meraviglio che ci siano così pochi fan di FMAB su questo forum! XD
 
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view post Posted on 6/3/2016, 15:17     +1   +1   -1
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Come afferma Ed, la figura dell'alchimista è appunto la figura che ha sempre avuto e continuerà ad avere lo scienziato. La volontà dello scienziato di avvicinarsi a Dio non è cambiata, ed analogamente continua ad essere criticata dalle persone più religiose. E' uno dei conflitti più antichi della storia, ed è bello ritrovarlo in un manga/anime che vuole rivolgersi anche a giovani ragazzi.

È un altro dei temi che, personalmente, mi ha avvicinato tantissimo a brotherhood, perché anche qui la vivo un po' sul personale XD
 
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Rabi Loew
view post Posted on 6/3/2016, 15:37     +2   +1   -1




CITAZIONE
Rabi mi complimento per le tue ricerche sulla cabala e argomenti simili; io ho poche conoscenze in merito ma mi interessano molto, quindi ho piacere di venirne a conoscenza dai tuoi post!

L'unica cosa che ho imparato studiando la cabala è che... è impossibile da sapere! XD e' un argomento talmente vasto e complesso che dovresti stare sui libri tutta la vita 24 ore su 24. Di sicuro ha abbattuto totalmente la mia superbia :asd:
Il mio problema invece è che provo interesse per tutto e salto in continuazione di palo in frasca. Per studiare la cabala mi ero messo a studiare l'ebraico, per studiare l'ebraico mi ero messo a studiare religione, per studiare religione mi ero messo a studiare antropologia... e così via :sisi: in una spirale infinita... il cui risultato è stato che so un sacco di cose, ma genericamente.. non approfondisco nulla. Adesso ad esempio per colpa di Tokyo Ghoul :re mi sono messo a studiare i Tarocchi.
Unico mio vantaggio è che, dato il mio campo di lavoro e studi umanistici, ho sempre la possibilità di accedere a testi e persone, anche a livello accademico, che sono normalmente preclusi ai “babbani” (XD passami il termine).
Anche io, come scrivevi anche tu, mi rivedo molto nella frase che la superbia è parte integrante dell'animo umano... ho dovuto imparare la modestia a suon di bastonate (non ho perso braccio, gamba e fratello come Ed però :asd:)


CITAZIONE
Ahah infatti! Fra l'altro, quando finisce un anime che ti piace, di solito ti rimane l'amaro in bocca per il fatto in sé che sia concluso e che dovrai pian piano disintossicarti XD ma con brotherhood non è stato solo questo... Non saprei neanche descriverlo a parole, hai seguito passo passo l'evoluzione di Edward, e mentre magari lui ha accettato, in buona parte, la rinuncia al sapere eccessivo, ti rendi conto che il tuo cammino in questa direzione è ancora lungo (questa è una mia personalissima sensazione, naturalmente), non so... il finale di brotherhood mi ha lasciato in uno stato perenne ma latente di feels XD

Vero... anche io non so descrivere quella sensazione.. non trovo parole. Però, anche se non ho idea di cosa fosse, che nome darle, sono felice di averla provata. Mi sentivo male, ma anche arricchito.

Riguardo al discorso “paragone con altri shonen” mi viene da dire questo: che per quanto mi riguarda la scelta delle tematiche di Brotherhood e il modo in cui vengono sviluppate, lo eleva tra i “grandi”. Purtroppo viene spesso abbinato alle opere cult di massa come Naruto, One Piece etc... ora, io non ho nulla contro questi “shonen classici”(anzi li ho sempre letti con piacere), ma come contenuti sono eoni più semplicistici (w l'amicizia che risolve tutto yeaaah). Sinceramente se proprio deve essere “collocato in uno scaffale” “abbinato a qualcun altro” per le tematiche, direi senza dubbio che è più vicino ad un Evangelion che ad un Bleach. E sinceramente mi pare anche una cosa piuttosto palese.
E non solo da un punto di vista contenutistico, ma anche di struttura narrativa. Per tutto quello che abbiamo già detto. Ed inoltre, stando più terra terra, anche nei combattimenti.
In Brotherhood ognuno ha una sua tecnica di combattimento ed i personaggi son quelli. Punto. Quando si incontrano e scontrano ognuno usa il suo potere.
Non succede mai quella cosa allucinante degli shonen che Tizio ha un potere e guarda caso arriva il nemico Caio che ha proprio il potere complementare col suo e combattono. E magari ci sono tre combattimenti in contemporanea con tre protagonisti con poteri diversi che guarda caso sono proprio perfettamente abbinati ai tre nemici... etc etc..

Riguardo al paragone con Shingeki:
non è ancora finito... quindi aspetto :asd:
però io da Isayama non mi aspetto niente di meno. Una delle cose belle di FMA Br. Sta proprio nel suo “cattivo”. I cattivi vogliono sempre distruggere il mondo, conquistare il mondo, vendicarsi di un torto etc etc.. Il Piccolo Uomo nell'Ampolla voleva soltanto essere libero. E conoscere. “Cosa c'è di male nel mio desiderio?” niente, homunculus... non c'è proprio niente di male..
Ecco, ancora non sappiamo le motivazioni di BRA & Co , ma non mi aspetto niente di meno. Sinceramente se si tratterà soltanto di un problema di vendetta o di potere sarò molto deluso. Ma credo che Isayama sarà certamente all'altezza.




CITAZIONE (M.Jane @ 6/3/2016, 15:17) 
CITAZIONE
Come afferma Ed, la figura dell'alchimista è appunto la figura che ha sempre avuto e continuerà ad avere lo scienziato. La volontà dello scienziato di avvicinarsi a Dio non è cambiata, ed analogamente continua ad essere criticata dalle persone più religiose. E' uno dei conflitti più antichi della storia, ed è bello ritrovarlo in un manga/anime che vuole rivolgersi anche a giovani ragazzi.

È un altro dei temi che, personalmente, mi ha avvicinato tantissimo a brotherhood, perché anche qui la vivo un po' sul personale XD

ed infatti la cosa bellissima è proprio come l'autrice sia riuscita ad unire questa vecchia diatriba proprio alla religione XD perchè ne parla tramite il Fondatore, ovvero Dio stesso :wub: Hiromu Arakawa :wub:
 
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view post Posted on 6/3/2016, 16:00     +1   +1   -1
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CITAZIONE (Rabi Loew @ 6/3/2016, 15:37) 
Il mio problema invece è che provo interesse per tutto e salto in continuazione di palo in frasca. Per studiare la cabala mi ero messo a studiare l'ebraico, per studiare l'ebraico mi ero messo a studiare religione, per studiare religione mi ero messo a studiare antropologia... e così via :sisi: in una spirale infinita... il cui risultato è stato che so un sacco di cose, ma genericamente.. non approfondisco nulla.

CITAZIONE
Anche io, come scrivevi anche tu, mi rivedo molto nella frase che la superbia è parte integrante dell'animo umano... ho dovuto imparare la modestia a suon di bastonate (non ho perso braccio, gamba e fratello come Ed però :asd:)

Come ti capisco :flower:

CITAZIONE
Riguardo al discorso “paragone con altri shonen” mi viene da dire questo: che per quanto mi riguarda la scelta delle tematiche di Brotherhood e il modo in cui vengono sviluppate, lo eleva tra i “grandi”. Purtroppo viene spesso abbinato alle opere cult di massa come Naruto, One Piece etc... ora, io non ho nulla contro questi “shonen classici”(anzi li ho sempre letti con piacere), ma come contenuti sono eoni più semplicistici (w l'amicizia che risolve tutto yeaaah). Sinceramente se proprio deve essere “collocato in uno scaffale” “abbinato a qualcun altro” per le tematiche, direi senza dubbio che è più vicino ad un Evangelion che ad un Bleach. E sinceramente mi pare anche una cosa piuttosto palese.
E non solo da un punto di vista contenutistico, ma anche di struttura narrativa. Per tutto quello che abbiamo già detto. Ed inoltre, stando più terra terra, anche nei combattimenti.
In Brotherhood ognuno ha una sua tecnica di combattimento ed i personaggi son quelli. Punto. Quando si incontrano e scontrano ognuno usa il suo potere.
Non succede mai quella cosa allucinante degli shonen che Tizio ha un potere e guarda caso arriva il nemico Caio che ha proprio il potere complementare col suo e combattono. E magari ci sono tre combattimenti in contemporanea con tre protagonisti con poteri diversi che guarda caso sono proprio perfettamente abbinati ai tre nemici... etc etc..

Riguardo al paragone con Shingeki:
non è ancora finito... quindi aspetto :asd:
però io da Isayama non mi aspetto niente di meno. Una delle cose belle di FMA Br. Sta proprio nel suo “cattivo”. I cattivi vogliono sempre distruggere il mondo, conquistare il mondo, vendicarsi di un torto etc etc.. Il Piccolo Uomo nell'Ampolla voleva soltanto essere libero. E conoscere. “Cosa c'è di male nel mio desiderio?” niente, homunculus... non c'è proprio niente di male..
Ecco, ancora non sappiamo le motivazioni di BRA & Co , ma non mi aspetto niente di meno. Sinceramente se si tratterà soltanto di un problema di vendetta o di potere sarò molto deluso. Ma credo che Isayama sarà certamente all'altezza.

Sottoscrivo in pieno tutto :asd: soprattutto in One Piece, ad esempio, ogni "cattivo" ha caratteristiche specifiche per ognuno dei membri della ciurma, praticamente sempre, in tutte le saghe! Inoltre i temi trattati e la "morale" trasmessa non sono per niente paragonabili a brotherhood, come dici anche tu... Diciamo che questi shonen si seguono perché sono divertenti, sono un po' più "soft" ed è appagante (a piccole dosi) leggere ogni tanto smielate sull'amicizia e valori bene o male condivisibli da tutti XD però proprio non capisco quelli che hanno il coraggio di paragonare due opere come, appunto, One Piece e FMAB, dicendo che One Piece è addirittura migliore, un capolavoro, alla fine solo in base al numero di copie vendute (e parla una che sta collezionando la nuova edizione di One Piece, eh).

CITAZIONE
ed infatti la cosa bellissima è proprio come l'autrice sia riuscita ad unire questa vecchia diatriba proprio alla religione XD perchè ne parla tramite il Fondatore, ovvero Dio stesso :wub: Hiromu Arakawa :wub:

:wub: a proposito, una domanda un po' OT: hai mai letto altri manga di Arakawa? Io non ho approfondito più di tanto perché, non avendo mai sentito parlare di altre sue opere, ho paurissima di rimanere delusa, perché il confronto con FMA sarebbe inevitabile XD anche perché, da quel poco che ho letto su wiki, trattano di argomenti del tutto diversi.
 
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